INES Beer B-Q: tra Real American Barbecue e fiumi di birra artigianale

E’ Ferragosto, siete in riva al Ticino con un instabile treppiedi su cui poggia una griglia in acciaio di dubbia qualità, un sacco di carbone preso in offerta al discount, una decina di salamelle, qualche costina, due braciole di maiale e fiumi di birra, intenti a cuocere senza infamia e senza lode la vostra spesa insultando, tra una birra e l’altra, il maledetto grasso che genera incontrollabili fiammate.

Quanti di voi si rivedono in questo nefasto scenario, presente o passato che sia?
Il nostro ridente stivale vanta una delle culture gastronomiche più intense e variegate del globo e tuttavia, per quanto riguarda la cottura sul fuoco, la strada è ancora lunga e piena non tanto di ostacoli quanto di testarde convinzioni radicate nella tradizione.

Tutto questo sta per cambiare.

Negli ultimi tempi l’American Barbecue sta conquistando pian piano la penisola e l’italiano amante della sperimentazione non si ferma alla copia o all’imitazione ma evolve, insieme alla cultura, dando un’identità alle preparazioni e sviluppando, per così dire, il primo obiettivo e motto di BBQ4All: American Skills, Italian Style.

Su questo fronte, grande è stato (è e sarà) il lavoro di moltissimi appassionati e di persone che hanno fatto di questa cultura uno stile di vita, conviviale, aperto e senza limiti.
Ma come convincere lo scettico a cambiare prospettiva e a sradicare i suoi infondati pregiudizi?
Quando le parole non bastano, è necessario l’intervento del palato: assaggiare qualcosa di vero ed ispirato può divenire la scintilla che apre la mente e allarga gli orizzonti.
Il tema del BBQ tuttavia al momento poco si sposa con quello della ristorazione a cui siamo abituati. Prendete ad esempio gli iconici Barbecue Joint del Texas, dove vige la regola (per citare il buon Gianfranco Lo Cascio) “è pronto quando è pronto”; vi immaginate un simile concetto proposto a un consumatore canonico, abituato a sedersi, ordinare, lamentarsi del ritardo, mangiare, pagare e tanti saluti?

Ci stiamo lavorando, grazie anche alla crescita impellente del fenomeno dello Street Food, ma per quanto riguarda la ristorazione siamo ancora agli albori del fenomeno, con sporadiche realtà e pochi personaggi disposti a rischiare e a scommettere sul futuro.
Tra questi eroi dei nostri tempi, impossibile non citare Tomaso Castiglioni e le sue dodici fatiche.
Ritiratosi dalla scena competitiva, Tom è stato uno dei primi ad aprire un locale American Barbecue in Italia, lo Smokin’ Qitchen di Limbiate (MI), dal quale si è poi spostato per ambire a spazi e progetti ben più grandi nel maestoso INES Beer B-Q a Costa Masnaga (LC), del quale è Pitmaster.

Noi siamo andati a trovarlo a poche settimane dall’apertura, ansiosi di constatare con le nostre fauci quanto fosse cambiato da quel piccolo ristorantino in provincia di Milano, dove purtroppo gli angusti spazi non rendevano giustizia alle succulente portate.

Affacciato sulla Strada Statale 36 del Lago d

i Como e dello Spluga,

il locale è immenso e con un’insegna ben visibile, caratteristiche che si ripercuotono sugli interni: uno stile rustico ma curato, fatto di solidi ripiani in legno, ben illuminato, con un ampio e ordinato bancone e una vista sulla cucina, posti proprio di fronte alla porta d’ingresso.

Siete in anticipo, o il vostro gruppo tarda ad arrivare? Poco male, perché vi trovate nel posto più adatto per ingannare l’attesa con una tra le ben 23 (ventitré!) birre artigianali a rotazione, che tra stili e birrifici coprono una delle più grandi e variegate offerte in questo ambito, tutte, per altro, di eccezionale qualità.

Altrettanto ampio e studiato è il menu bianco su nero che, nonostante il tema non proprio familiare, si mostra ben interpretabile con tanto di didascalie e spiegazioni.
Si va dagli Starter come Nachos e Chicken Wings, ai famosi Mac & Cheese in sei versioni, alle Salads, alle otto Steaks suddivise per tagli americani, ai Sides, alle Potatoes e al reparto Sweetie’s Home dedicato ai dolci, fino ad arrivare ai punti di vero interesse: i BBQ Smoked Plates e gli Smoked Sandwiches.

Noi abbiamo ben pensato di aprirci lo stomaco con dei gustosi Nachos Beef (chips di mais ricoperte di formaggio fuso, manzo sfilacciato, fagioli stufati, Jalapeños e salsa Guacamole) e delle Chicken BBQ Wings, spicy e ben caramellate, prima di passare ai piatti forti, al Real American Barbecue.

L’intento delle sezioni dedicate alla ciccia affumicata è quello di proporre le tipiche preparazioni della cultura americana, dagli strabordanti Sandwich agli esponenti della sacra Holy Trinity.

Ed è proprio l’Holy Trinity il piatto più interessante dell’intera carta,

nonché il nostro spassionato consiglio alla vostra prima visita del locale: e così i famosi Brisket (punta di petto di manzo), Ribs (costine di maiale) e Pulled Pork (spalla di maiale sfilacciata) vengono cotti e affumicati secondo la tradizione barbecue americana, e serviti con patatine fritte, insalata di cavolo, fagioli stufati e la loro salsa, il tutto per un’enorme porzione da affamati e al modico (sottolineo, modico) costo di 24 euro, che considerando il copioso lavoro “dietro le quinte” è davvero un prezzo irrisorio.

Perché ve lo consigliamo al vostro ingresso inaugurale?
Beh, perché vale davvero la pena fare l’incontro con i massimi esponenti della cultura carnivora d’oltreoceano, e chissà, potreste scoprire di amare spasmodicamente l’una o l’altra preparazione e dedicarvi al prossimo giro ad un incontro più ravvicinato.
Si, perché il tutto è ovviamente ordinabile in maniera singola, a partire dalle Pork Ribs, le tenere e sfiziose costine di maiale disponibili nelle due varianti più famose, le Memphis (speziate con una generosa dose di Rub) e le Kansas City (glassate con salsa BBQ).
Vi siete innamorati dei succulenti sfilacci di maiale del Pulled Pork, o di quelle tenerissime fettine di punta di petto di manzo del Texas Beef Brisket? Benissimo, ma se buttate l’occhio più in là scoprirete altre meraviglie, tipo le enormi Texas Beef Ribs (costine di manzo), il Jerk Chicken (cosce di pollo alla giamaicana servite con riso) e le Sausages (salsicce di maiale servite con fagioli stufati).

Tutte esperienze di spettacolare impatto, sia visivo che gustativo, disponibili per altro anche in versione Smoked Sandwiches insieme ad altri piatti importati.

A fianco di Pulled Pork, Pulled Beef, Pulled Duck e Pulled Chicken (carne sfilacciata e infilata in un panino con insalata di cavolo, un’adeguata salsa e altri ingredient) troverete il tenero Pastrami di manzo con cetriolo e senape, il Pit Beef (magatello di manzo, cipolla fresca e salsa Tiger) e ancora stinco di manzo, spalla e pancia di maiale, fino ad arrivare agli onnipresenti Classic e Double Cheese Burger.

Il tutto con prezzi altrettanto adeguati,

che vanno dai 13 ai 20 euro per i BBQ Smoked Plates e ai 12 euro degli Smoked Sandwiches.

Un’offerta, insomma, completa a dir poco, che rende inevitabili le svariate visite necessarie per un giudizio completo.
Il cuore pulsante della cucina di INES Beer B-Q arriva direttamente dalla Georgia in USA, ed è uno Smoker H2O della Myron Mixon Smokers studiato apposta per la cottura Hot&Fast, costruito e coibentato con materiale militare. Insomma, una delle aziende più famose al mondo, fondata dall’omonimo Pitmaster 4 volte campione mondiale nei circuiti competitivi.

Ed è proprio la cottura Hot&Fast a divenire il vero compromesso con le tempistiche dettate dalla ristorazione,

poco permissiva rispetto ai già citati Barbecue Joint. Si tratta, di fatto, di una tecnica che consente di cuocere gli oltre 10 chili delle gigantesche punte di petto di manzo o le maestose spalle di maiale a temperature che si aggirano intorno ai 275-302 °F (135-150 °C), ben più alte rispetto ai 225 °F (107 °C) del Low&Slow, permettendo tempi ben più rapidi e adatti alle diverse esigenze. Ed è proprio il Myron Mixon che, in mani capaci, permette alla carne di conservare l’umidità interna nonostante il maggior quantitativo di calore; il tutto grazie ad un ambiente completamente isolato e soprattutto a una certificata Waterpan™ Technology combinata con un sistema di riempimento automatico dell’acqua, che permette al prodotto finito di conservare tenerezza e succulenza indipendentemente dalla gestione.

Una gestione efficace e tuttavia per nulla semplice o scontata, in quanto richiede un attento studio e una progettazione rigorosa di tutta la linea produttiva; ma, soprattutto, controllare l’esito di decine di chili di carne non è immediato e il risultato può spesso essere discontinuo.
Considerando queste ed altre difficoltà, le lodi per l’offerta INES Beer B-Q sono a dir poco obbligate: il servizio è rapido e preciso, il personale attento, cordiale e disponibile per qualsiasi esigenza, ma soprattutto i piatti sono ordinati e dotati di ottimo equilibrio, un fattore che sicuramente denota un grosso impegno in fase di ideazione del menu.

Purtroppo, il tutto non è esente da difetti;

nel nostro primo Holy Trinity il Pulled Pork era morbido e succulento, e le Ribs tenere e glassate alla perfezione, con un sentore affumicato misurato e per nulla invadente.
La vera delusione è stata il Brisket: fette fin troppo spesse, tenaci e con ben poca moisture, che appena freddatesi (davvero troppo in fretta) hanno reso difficile la masticazione.

Nulla da dire per quanto riguarda Sides e dolci, ma in un locale destinato ad un offerta di American Barbecue non ci sentiamo di dare un giudizio al 100% favorevole, nonostante l’esperienza sia stata complessivamente positiva. Tuttavia, da cultori di questo spettacolare mondo e consci delle difficoltà presenti, ci riserviamo di completare il giudizio nelle visite successive.

E, a proposito, date un occhio al Menu Lavoro: primi, secondi, hamburger, carne alla griglia e barbecue, con birra/acqua e caffè; ogni giorno a pranzo piatti sempre diversi a scelta tra ben 6 menu, a partire da 8,5 euro.
In foto, ad esempio, un tanto semplice quanto gustoso risotto al pomodoro con burrata e dressing alle acciughe del Cantabrico.
Io ho fame, voi no?

[ Crediti: INES Beer B-Q, Tomaso Castiglioni, streetfoodamilano.it | Immagini: Marcello Perego ]


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Gianfranco Lo Cascio

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2 anni ago