Questa ricetta è stata realizzata in collaborazione con Weber Italia
La cottura allo spiedo è uno dei metodi più diffusi di cucina sul fuoco. Si tratta di carne cotta su uno spiedo appunto, che ruota in modo lento e costante grazie ad un motore elettrico. L’insieme spiedo-motore prende il nome di girarrosto. È posto ad una certa distanza dalla fonte di calore ed è il calore dolce, insieme alla rotazione, a formare la grande alchimia.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la cottura al girarrosto non secca la carne ma anzi è in grado di conferire una doppia consistenza altrimenti impossibile da ottenere con altri metodi; croccantezza fuori, succulenza dentro.
Il calore deve essere dolce e la cottura lenta. In questo modo è possibile preservare la succulenza interna della carne. Sappiamo che maggiore è la quantità di calore a cui viene sottoposto un pezzo di carne, maggiore è la contrazione delle fibre e quindi la perdita di liquidi. Per questo motivo dobbiamo necessariamente mantenere la temperatura bassa ottenendo un doppio beneficio. Il primo lo abbiamo già detto e cioè minore contrazione e perdita di liquidi.
È una sorta di “effetto collaterale”. Il calore dolce e i tempi lunghi disidratano la superficie che, in questo modo, lascia spazio alle reazioni di cauterizzazione (Maillard) creando quella gustosissima e croccante crosticina esterna. È molto importante: una qualsiasi superficie non può essere croccante se al suo interno contiene acqua. Il lungo tempo di esposizione al calore secco asciuga la superficie delle carni allo spiedo rendendolo incredibilmente croccanti esternamente.
Esistono anche alcune malizie per potenziare l’effetto gustativo del girarrosto. Una su tutte, raccogliere i liquidi in caduta e usarli per spennellare la carne. Questa operazione, oltre a dare sapore, rallenta la disidratazione superficiale. Utile per esempio nei pezzi di carne molto grandi che necessitano tempi di cottura anche di alcune ore.
Oggi esistono anche accessori, compatibili col girarrosto, come i cestini, che permettono di esporre anche ingredienti impossibili da innestare in uno spiedo ai benefici del girarrosto. Come le patate per esempio. Patata tagliata a spicchi, con la buccia, speziate, inserite nel cestino che a sua volta si innesta sullo spiedo e lasciate cuocere lentamente. L’effetto è il medesimo: crosticina croccantissima fuori, interno morbido e fondente. Ovviamente, le possibilità offerte dalla spada e dai cestini sono praticamente infinite. Basti pensare alle ali di pollo o di tacchino, alle salsicce, alle polpette, alle verdure, alle castagne e fino al pop corn.
I mix di spezie o rub sono il complemento perfetto delle carni al girarrosto. Spesso contengono piccole parti di zucchero che, cristallizzando in cottura, aiutano la formazione della crosticina croccante. Se siete amanti del genere, questo è il momento di tirare fuori i vostri mix segreti e fare sfoggio di crosticine croccanti e saporite.
Cestini per allargare il beneficio ad altri ingredienti non innestabili nello spiedo.
Il successo in tavola è assicurato.
Di seguito, in pochi semplici passi, il procedimento passo per il pollo allo spiedo a regola d’arte.
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desideravo solo un piccolo chiarimento ma se uno ha un BBQ spazioso Genesis 330 può inserire in cottura sia il pollo che le patate nel loro cestello ? e se devo accendere solo i due bruciatori laterali inizialmente ? grazie