Questa ricetta è stata realizzata in collaborazione con Weber Italia
Amatriciana: ovvero uno degli argomenti, insieme alla Carbonara, alla pizza, al pesto genovese e alla bistecca alla fiorentina, capace di scatenare discussioni per ore e ore sui forum, sui gruppi Facebook e in generale ovunque ci sia un gruppo di persone appassionate di cucina.
Bisogna usare il guanciale o la pancetta? Gli spaghetti o i bucatini? Quale pomodoro è il più adatto? Ci va la cipolla? E così via, potrei continuare per ore. La verità è che se digitate su Google “amatriciana originale” vi uscirà fra i primi risultati la notizia che recentemente il Comune di Amatrice, cittadina laziale in provincia di Rieti, ha formalizzato la ricetta con un disciplinare di produzione. Un disciplinare che non prevede l’uso della cipolla, né quello dell’aglio (e Cracco lo sa molto bene, ahilui!). L’Amariciana si fa dunque solo con guanciale, pomodoro, pecorino, vino bianco, sale, pepe e peperoncino.
Inoltre, sul sito del Comune di Amatrice si legge:
Erroneamente alcuni attribuiscono l’Amatriciana alla cucina romana, dimenticando che furono invece i pastori, che con gli spostamenti stagionali della transumanza verso le campagne romane, fecero conoscere questa ricetta nella capitale.
È così, infatti. Nata ad Amatrice, la sua antenata è stata la Gricia, ovvero un pasta condita con più o meno gli stessi ingredienti ma senza il pomodoro; il quale compare per la prima volta, come condimcento per questo sugo, nel manuale di cucina L’Apicio Moderno, scritto da Francesco Leonardi alla fine del 1700. Si è diffusa poi nella capitale molto velocemente ed è stata da subito amata, tanto da diventare a tutti gli effetti un caposaldo della cucina romana. È chiamata anche “matriciana” a causa dell’afèresi (caduta della vocale o di una sillaba all’inizio di una parola), fenomeno linguistico tipico del romanesco.
Nonostante il disciplinare, di fatto esistono diverse varianti dell’Amatriciana: chi usa la cipolla, chi usa l’aglio, chi i tonnarelli o i rigatoni al posto degli spaghetti. Noi di BBQ4All abbiamo usato i pomodorini drogarossa (non li conoscete? Rimediate subito leggendo qui). E, non contenti, abbiamo deciso di cucinarla nel wok su un dispositivo Weber a gas.
Chi li ha assaggiati lo sa: i pomodorini #drogarossa sono un ottimo contorno (e la parola “droga” non è scelta a caso: creano dipendenza), ma si prestano benissimo anche a diventare ingredienti di base di altre preparazioni. Per l’Amatriciana sono stati una scelta vincente.
Se ne avete a disposizione, anche congelati oppure conservati in barattolo, provate questa squisita variante dell’Amatriciana e non ve ne pentirete.
Posizionate il wok in ghisa Weber nell’apposito alloggio del Genesis® II E-310 GBS. Se avete a disposizione un dispositivo a carbone, allestite un setup diretto e poggiate il wok nel foro della griglia Gourmet BBQ System.
Accendete il bruciatore centrale e lasciate che si scaldi bene, poi versate un cucchiaio di olio extravergine di oliva, il peperoncino e il guanciale tagliato a pezzetti. Lasciate che soffrigga un po’, sfumatelo con il vino bianco e poi quando è bello croccante, toglietelo e tenetelo da parte.
Aggiungete a quel punto i pelati, aggiustate di sale e fate cuocere per un quarto d’ora in modo che il sugo si insaporisca bene.
Nel frattempo sbollentate gli spaghetti in abbondante acqua salata, poi, dopo una primissima lessatura di pochi minuti, trasferiteli nel wok e continuate lì la cottura “risottando” la pasta, cioè aggiungendo l’acqua nella quale l’avete scottata.
A cottura quasi ultimata aggiungete il guanciale, i pomodorini drogarossa che avrete precedentemente scaldato con un po’ del loro sughetto e date ancora qualche rigirata alla pasta, facendo attenzione ai pomodorini che sono molto delicati. Terminate il piatto con una bella grattugiata di pecorino e una generosa macinata di pepe.
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