Borgo Burger è più di un locale dedito alla ristorazione, più di una hamburgeria smart con particolare attenzione alle materie prime e ai prodotti locali. In Borgo Burger c’è tanta Livorno, in una sfumatura così poco invadente che solo una persona del posto può percepire.

Situato in Borgo Cappuccini, quartiere popolare di Livorno, il locale è proprio davanti al porto: lo spettacolo del tramonto sul mare non deve però farvi tergiversare troppo, perché potrebbe riempirsi in un attimo. Anzi, siamo a Livorno: in du’balletti si riempie.

Fonte: Panoramio

L’alchimia perfetta di Borgo Burger è stata quella di creare un ambiente ricco di scelte curate e sensate, con valorizzazione dei prodotti toscani, senza appesantirsi troppo sull’abusato concetto del “chilometro zero”; le materie prime sono  selezionate e ben adoperate, tuttavia presentate senza cadere nel gastrofighetto antipatico.
E’ stato proprio aspettando al mio tavolo che ho pensato al termine che per me riassumesse Borgo Burger. Davanti a un tramonto graffiato dagli alberi delle barche ormeggiate, leggendo sul menù di “prodotti a km toscano”, ascoltando cameriere che non avevano la minima intenzione di mascherare la meravigliosa “elle ridondante” della parlata livornese, davanti a uno scaffale pieno di libri donati dai clienti a beneficio di altri clienti, ho pensato:

Questo potrebbe essere l’essenza del Portual-Chic.

Attenzione al cibo, alla cultura, ai celiaci, alla materia prima, ma tenendo sempre il focus sulla labronicità genuina.
C’è l’attenzione al benessere dei bambini, con aree attrezzate per giocare e colorare, ma anche al benessere degli altri avventori, perchè suddette aree sono insonorizzate; c’è l’hamburger, piatto americaneggiante, ma gli ingredienti del panino sono quelli che ci portava in tavola nonna; c’è il panino del mese, che quando prevede il polpo non può non far venire in mente la tradizione del cacciucco, ma ci sono anche i frittini. Può capitarti la famiglia olandese in visita alla città, ma può capitarti anche di essere gomito a gomito con Bobo Rondelli che parla del suo ultimo concerto, o di quella volta con Bollani.
E se non hai mai ascoltato Bobo Rondelli sicuramente non sei di Livorno.

Ma tutta questa “livornesità” potrebbe anche servire a poco,se le pietanze fossero deludenti o se l’appeal del posto scemasse a nord di Stagno o a sud di Castiglioncello.

Invece no, perché da Borgo Burger si mangia bene. Cosa si mangia bene? Tutto: scegliete a caso sul menù, vi garantisco soddisfazione.

Dopo tutto questo diluvio emozionale veniamo alla vera recensione, alla fredda cronaca.

Il locale, sviluppato in lunghezza, sfoggia archi e volte con mattoni a vista, autenticamente “vecchi”. Potete scegliere se mangiare seduti al tavolo o appollaiati su uno sgabello, in stile pub. Sul fondo, chiusa da una vetrata, l’area bambini è ben arredata e colorata, piena di libri e giochi. Per cercare un po’ di refrigerio si può chiedere un tavolo all’aperto, ma è su una viuzza interna, zanzare incluse.

Il Menù

Si insiste molto con lo slogan “smart food a km toscano”, che è una piacevole variazione dal “km zero” e dal “valorizziamo il territorio”. Piacevole, perché da queste parti l’idea di procurarsi le materie prime nei dintorni ha assolutamente senso: abbondano le fattorie, i macelli, i campi coltivati; e ovviamente la verdura appena presa dalle cassette del contadino ha ben altro sapore rispetto a quella comprata ai cash&carry.

Il pane è buono, bello, profumato, morbido e della giusta consistenza che ti permette di mangiarlo (o sgranarlo per dirla alla toscana) usando le mani senza sporcarti fino ai gomiti.

Anche i vini e le birre sono di pregio e non mancano le collaborazioni con i birrifici artigianali, ad esempio La 3B prodotta dal birrificio L’Olmaia di Montepulciano esclusivamente per Borgo Burger.

Prendiamo in esame il mio panino preferito, il Magenta, chiamato così in onore all’omonimo quartiere di Livorno.

Ho preso la variante con patty da 130g di manzo Limousine, accompagnato con speck croccante, peperoni arrostiti, crema di cipolle, salsa barbecue.
Ho provato anche a scomporlo per mostrare l’interno (e anche stavolta c’è il saluto obbligatorio ad alcuni nostri followers affezionati a questo rito), ma non l’ho smontato proprio tutto-tutto: non me la sentivo di far freddare questa bellezza.

Un morso,

il primo morso, è sufficiente per farti dire ai commensali: “ok, quando ritorniamo?”
E’ un’esplosione di sapori che potrei cercare di descrivere con ardite metafore e ricercate terminologie, ma che mi limiterò a descrivere con solo un’immagine, molto significativa:

Fonte: ImgFlip

Eccolo, il Magenta semi scomposto:

Il pane è buonissimo, lo speck è croccante e perfettamente dosato, i peperoni sono saporitissimi e contribuiscono ad una consistenza ottima, la salsa è una normale salsa barbecue senza velleità competitive, ma fa il suo lavoro.
E la cipolla ti stende, completando il tutto.
Avete mai provato quella specie di malinconia quando state per terminare un piatto? “Oh no, è quasi finito…” – succede con il Magenta.

Le patate di contorno, tagliate a dischetto, sono fritte bene, asciutte, croccanti, tenere dentro e  davvero buone. Ma va detto: insieme a questi panini vanno necessariamente in secondo piano, potrebbero probabilmente anche  essere in Eternit™ e il cliente non se ne accorgerebbe, rapito dalla bontà dell’hamburger.

Le fritturine:

Belle, fragranti, saporite, una frittura da manuale; inoltre, con una dozzina di salse in menù, l’abbinamento per i nostri gusti si trova sempre.
Vengono servite in un funzionale e simpatico sacchetto di carta per il pane, che oltre a fungere da contenitore assorbe anche l’eventuale olio in eccesso.

Può succedervi, a me è successo, di mangiarle con gusto e poi “pentirvene” un po’ perché non rimane posto per il secondo panino. Ma se siete ben allenati riuscite a fare questo sacrificio. D’altra parte, un hamburger di questa caratura si merita anche una notte un po’ agitata per la digestione difficoltosa.

Dessert:

Non lasciatevi sfuggire la mousse di ricotta aromatizzata all’arancia, guarnita con croccante di mandorle. E’ un dessert perfetto.

E’ dolce, è morbida, è croccante, è aspra, non c’è zona della lingua e del palato che non venga tempestata di segnali positivi.

Potete anche provare gli altri dolci, certamente: il tiramisù e la cheesecake fatti in giornata sono sicuramente eccezionali, ma prima provate la mousse di ricotta.

Per le libagioni c’è l’imbarazzo della scelta, ma se volete replicare l’esperienza sensoriale descritta in questo articolo concedetevi, per una volta, una bibita analcolica con una profondità di gusto e una ricchezza di sfumature inaspettata:

Il chinotto Lurisia, eccezionale.

(Ma c’è anche la Spuma Bionda Norda in vetro, tradizione irrinunciabile)

Come posso concludere una recensione di un locale dichiarato vincente già nel primo paragrafo? Cosa si può aggiungere se non un invito ad andare?

Vi metto solo un po’ di foto, prese dalla seguitissima pagina Facebook, che sono una tortura se siete a dieta.

Borgo Burger

Borgo Burger

Birra Menabrea

www.birrificioolmaia.com

www.tenutadipaganico.it

www.pollosanbartolomeo.it

www.bottegalivorno.it